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Ciambella

Dolci
La ciambella (brazadela o zambela) è un dolce tradizionale che si prepara in tutta l’Emilia Romagna. La ciambella era il dolce della festa o della domenica che spesso veniva consumata accompagnata da un bicchiere di vino nel quale veniva ammorbidita. In Romagna, ad esempio, si accompagna col vino nuovo, la cagnina, il sangiovese oppure l’albana. Una curiosità: una volta era preparata non con la forma del filoncino, ma rotonda con il "classico" buco!

Ingredienti:

500 g. di farina 00
180 g. di zucchero
1 bustina di lievito per dolci
scorza di un limone non trattato grattugiata
100 g. di burro
3 uova intere
latte q. b.
sale (un pizzico)
granella di zucchero o palline colorate (per la decorazione)

Ciambella
Preparazione:

In una ciotola montare leggermente le uova con lo zucchero e aggiungere la buccia di limone grattugiata. Unire la farina, il lievito per dolci, un pizzico di sale e infine il burro a temperatura ambiente. Lavorare il composto fino ad ottenere un impasto compatto.
Se l’impasto é troppo duro e tende a sbriciolarsi aggiungere un goccio di latte fino ad ottenere un impasto della consistenza della pasta frolla.
Creare un filoncino abbastanza largo, schiacciarlo e arrotondarne i bordi.
Adagiare il filoncino su una teglia foderata di carta da forno, spennellarlo con un poco di latte e spolverizzarlo di granella di zucchero o con le piccole palline di zucchero colorate.
Cuocere in forno preriscaldato a 180 °C per circa 30 minuti (modalità statica).
Il vino in abbinamento
'Le querce' Romagna Albana dolce DOCG - Celli

'Le querce' è un vino dolce le cui uve di Albana (Clone Gentile) in purezza sono coltivate nel Comune romagnolo di Bertinoro, sottozona Maestrina – Fratta. I terreni argilloso franco limoso con buona presenza di calcare attivo sono esposti ad Est- Sud- Est.
Le uve sono vendemmiate la terza settimana di settembre con una concentrazione di zuccheri importante. Il risultato è un vino dal colore giallo dorato con lievi riflessi ramati che all'olfatto esprime aromi di frutta matura a pasta arancione e di albicocca. Al gusto è dolce, sostenuto perà da una buona acidità che lo rende particolarmente gradevole. Ha buona persistenza e struttura. Ottimo per accompagnare i dolci tipici romagnoli, i dolci da forno, le crostate, la piccola pasticceria, ma anche i formaggi.
L'arte di mangiar bene di Pellegrino Artusi
606. Ciambelle ossia Bucellati
Farina finissima, chilogrammi 1,700.
Zucchero, grammi 300.
Lievito, grammi 200.
Burro, grammi 150.
Lardo, grammi 50.
Latte, decilitri 4.
Marsala, decilitri 2.
Rhum, due cucchiaiate.
Uova, n. 6.
Bicarbonato di soda, un cucchiaino.
Un pizzico di sale.
Odore di scorza di limone.
Se siete precisi colle dosi indicate, la farina basterà per l'appunto ad ottenere una pasta di giusta sodezza.
Per lievito, come ho detto altra volta, intendo quella pasta, già preparata, che serve di fermento al pane.
Il limone da grattare dev'essere di giardino.
Sciogliete il lievito in una catinella colla metà del latte, facendogli prendere tanta farina da farne un pane di giusta consistenza. Dopo formato lasciatelo stare in mezzo alla farina in modo che ne sia circondato da uno strato più alto di un dito. Ponete la catinella in luogo non freddo, riparato dall'aria, e quando quel pane sarà ben lievitato, per il che accorreranno, a seconda della stagione, otto o dieci ore, guastatelo e rifatelo più grande col resto del latte e della farina occorrente. Aspettate che abbia di nuovo lievitato e che sia ben rigonfiato, per il che ci vorrà altrettanto tempo; versatelo allora sulla spianatoia ed impastatelo col resto della farina e con tutti gl'ingredienti citati; ma lavoratelo ben bene e con forza onde la pasta si affini e divenga tutta omogenea.
Preparate dei teglioni di ferro o delle teglie di rame stagnate, unte col lardo e infarinate, e nelle medesime collocate le ciambelle che farete grandi a piacere, ma in modo che vi stiano assai larghe. Lasciatele lievitare in cucina o in altro luogo di temperatura tiepida, ed allorché saranno ben rigonfiate, ma non passate di lievito, fate loro colla punta di un coltello delle lunghe incisioni alla superficie, doratele coll'uovo e spargeteci sopra dello zucchero cristallino pestato grosso.
Cuocetele in forno a moderato calore.
Vi avverto che d'inverno sarà bene impastare il lievito col latte tiepido e mandare le ciambelle a lievitare nella caldana. Colla metà dose potete ottenere quattro belle ciambelle di grammi 350 circa ciascuna, quando non vogliate farle più piccole.
607. Ciambelle ossia Bucellati II
Queste ciambelle da famiglia sono di più semplice fattura delle precedenti.
Farina d'Ungheria, grammi 500.
Zucchero, grammi 180.
Burro, grammi 90.
Cremor di tartaro, grammi 15.
Bicarbonato di soda, grammi 5.
Uova, n. 2.
Odore di buccia di limone o di anaci od anche di cedro candito in pezzettini.
Fate una buca nella farina per metterci il burro sciolto, le uova e lo zucchero. Intridete la farina con questi ingredienti e col latte che occorre per formare una pasta di giusta consistenza e dimenatela molto.
Le due polveri e gli odori aggiungeteli in ultimo.
Invece di una sola ciambella potete farne due e tenerle col buco largo, che vengono grosse abbastanza. Fate loro qualche incisione alla superficie, doratele col rosso d'uovo e cuocetele al forno o al forno da campagna ungendo la teglia con burro o lardo. Anche con la metà delle dosi si ottiene una discreta ciambella.
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