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Troccoli alla polpa di granchio

Piatti di mare
La polpa di granchio si trova già confezionata in scatola, anche se si può ricavare direttamente, con un poco di dimestichezza, direttamente dal crostaceo. Quello che vi proponiamo in questa ricetta è un piatto decisamente anni settanta, quando la panna nei primi piatti si trovava ovunque, con il salmone, la salsiccia, i peperoni, ispirandosi alle ricette meno mediterranee dei paesi d'oltralpe, a testimoniare l'apertura al mondo del nostro Paese. Quindi: polpa di granchio, panna e un poco di pomodoro. Cosa aspettate?
Ingredienti per 4 persone:

360 g. di troccoli (noi abbiamo usato due tipi di troccoli: ai 5 cereali e al grano Senatore Cappelli)
350 g. di polpa di granchio
250 ml. di panna
80 g. di polpa di pomodoro
1 scalogno
olio evo
1/4 bicchiere di vino bianco
prezzemolo
sale q. b.
pepe q. b.
Troccoli alla polpa di granchio
Preparazione:

In una padella aggiungere un filo di olio e, quando sarà caldo, aggiungere lo scalogno tritato finemente. Dopo un minuto quando lo scalogno inizia ad imbiondire aggiungere la polpa di granchio (noi abbiamo utilizzato quella in scatola sgocciolata). Insaporire fino a che non sarà leggermente asciugata, poi sfumare con il vino e fare evaporare l'alcool. A questo punto, aggiungete la panna da cucina e mescolare. Aggiustare di sale e pepe ed aggiungere la passata di pomodoro e un poco di prezzemolo tritato finemente.
Nel frattempo cuocere i troccoli e, quando la pasta sarà al dente, terminare la cottura nella padella con il condimento, aggiungendo, al bisogno, un poco di acqua di cottura della pasta. Fate rapprendere bene il tutto, mantenendo però una certa cremosità e servire con una abbondante grattugiata di pepe.
Troccoli alla polpa di granchio
'I Frati' Lugana DOC - Cà dei Frati

Questo Lugana é il vino che ha fatto conoscere l'azienda Cà dei Frati e ne costituisce la sua bandiera. E' ottenuto con uve di Turbiana in purezza coltivate sui terreni calcareo argillosi della zona d'origine. La vinificazione é in acciaio senza lo svolgimento della fermentazione malolattica. L'affinamento avviene sempre in acciaio sui lieviti fini un minimo di sei mesi seguito da un ulteriore affinamento in bottiglia di due mesi. Il risultato è un vino che, seppur concepito per essere consumato nell’annata di produzione, esprime la parte migliore di sè a distanza di anni dall’imbottigliamento. Nella sua giovinezza si presenta infatti fresco, di grande finezza ed eleganza con note delicate di fiori bianchi e balsamiche e con sentori di albicocca e mandorla. Il tempo gli consente di eprimere tutte le sue note minerali e la nuova complessità con sentori iodati, di spezie e di frutta candita. Va servito, in giovinezza, alla temperatura di 10 °C, mentre negli anni successivi è meglio degustarlo alla temperatura di 12 - 14 °C.
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