Maccheroncini speck, funghi e asparagi
Primi piatti
Funghi, asparagi e speck sono un primo piatto molto delicato che combina perfettamente tre tipi di sapori diversi, ma ben amalgamati tra di loro. Provateli con una pasta integrale come i maccheroncini con il grano antico Senatore Cappelli.
Ingredienti per 4 persone:
320 g. di maccheroncini integrali Senatore Cappelli
150 g. di speck
200 g. di asparagi
150 g. di funghi champignon
1/2 scalogno
1 spicchio di aglio
brodo di vegetale
olio evo
parmigiano reggiano grattugiato
sale q. b.
pepe q. b.
Preparazione:
Lavare gli asparagi e rimuovere la parte dura del gambo inferiore che può essere utilizzata nella preparazione del brodo vegetale. Pelare, aiutandosi con un pelapatate, la parte inferiore dell'asparago. Cuocere gli asparagi a vapore, con un pizzico di sale, per circa cinque minuti lasciandoli piuttosto croccanti. Tagliare le punte e metterle da parte. Affettare i gambi a rondelle e cuocerli in una padella con un filo di olio e lo scalogno tritato finemente.
Tagliare lo speck a listarelle sottili e scottarlo in una padella con un filo d'olio in modo da renderlo croccante. Mettere da parte.
Prendere i funghi champignon e togliere la terra, lavarli e tagliarli a fettine. Rosolare in una padella con poco di olio lo spicchio di aglio. Unire i funghi e lasciarli cuocere dapprima a fuoco vivo, poi più basso. A cottura ultimata togliere l'aglio.
Unire lo speck e i funghi agli asparagi. Cuocere i maccheroncini in abbondante acqua salata e quando la pasta sarà al dente scolarla ed unirla al condimento. Saltare in padella con una spolverata di parmigiano reggiano grattugiato ed alcuni cucchiai dell'acqua di cottura della pasta.
Maccheroncini integrali “varietà” Senatore Cappelli
Sono dei maccheroncini lunghi realizzati attraverso processi di filiera corta da semola di grano duro della antica varietà Senatore Cappelli miscelata ad altre semole integrali di grano duro. Il “Senatore Cappelli” è una varietà di grano duro che deriva dal Nord Africa non sottoposto a modificazioni genetiche e che negli anni 60 rappresentatva il 30% della produzione italiana di grano duro. E' poi utilizzato per migliorare geneticamente altre varietà di grano duro, ma poi andò in disuso per essere sostituito da altre varietà nuove che nel frattempo erano diventate più produttive. Ora questa varietà, come tante altre viene riscoperta in quanto per la sua altezza (160-180 cm.) e il suo apparato radicale sviluppato riduce lo sviluppo delle infestanti ed è quindi molto adatto per l’agricoltura biologica. La semola prodotta con questo grano antico, rispetto ad una semola tradizionale, è molto più saporita e profumata e consente di ottenere una pasta ricca di elementi nutritivi come lipidi, aminoacidi, vitamine e minerali con una elevata tollerabilità.
Potrebbero interessarti anche .....